Le protezioni antintrusione perimetrali hanno la peculiarità di essere molto precoci nella rilevazione del tentativo di intrusione. Questa precocità è un vantaggio competitivo in quanto permette di attivare contromisure tempestive, intercettare l’intruso, proteggersi nelle “safety area” e permettono, in ogni caso, un'alta probabilità di far fallire l’intrusione.
Esiste però un rovescio di questa medaglia: i perimetri di confine, entro i quali è possibile dichiarare il tentativo di intrusione sono generalmente vasti ed immersi in ambienti esterni, possibili fonti di allarmi ambientali (fauna domestica o selvatica).
Il problema è noto da sempre in questo ambito, e non è risolvibile con sistemi di protezione convenzionali a causa di:
Si pensi ad uno sbarramento IR (o qualsiasi altra tecnologia non puntuale convenzionale) con tratte da 100 m su chilometri di perimetro: il numero di telecamere necessarie per ottenere almeno la prestazione “observing” prevista nelle normative EN 62676 sarebbe enorme, sia come numero che come installazione che come manutenzione; né si potrebbero utilizzare efficacemente le telecamere di tipo speed dome, essendo la zona protetta troppo ampia per ottenere un “preset” di prestazione sufficiente.
Quante volte viene definito “falso” un allarme per cui non si trova spiegazione quando più probabilmente ciò che manca è l’incapacità a validarlo?
Questa sfida viene raccolta da anni da PIDS con i sistemi perimetrali INTREPID™, dove la capacità di calibrazione, le funzioni avanzate di “sensitivity leveling™” e l’elevata risoluzione del sensore (individua il bersaglio con 1 metro di risoluzione) permettono una, a tutt’oggi, ineguagliata discriminazione dei fattori ambientali ed una certezza dell’allarme. Ma non basta.
La parola più importante nell’ambito della sicurezza antintrusione perimetrale, ed in genere di tutti gli ambienti esterni, è Integrazione.
L’integrazione trasforma un sofisticato sensore per la rilevazione degli intrusi in un sistema capace di verificare l’evento e fornire certezze su quanto sta accadendo lungo il perimetro, per attivare le contromisure del caso. La validazione di un evento può essere eseguita anche da remoto, dalla Vigilanza del sito o da un Istituto terzo.
In congiunzione con le normative di riferimento sugli impianti di videosorveglianza (EN 62676), sarà possibile ottenere vari livelli di prestazione dalle proprie telecamere speed dome, andando a “puntare” il bersaglio fino a riconoscerne i tratti caratteristici e la modalità di interazione con l’ambiente (presenza di travisamento fisico, presenza di attrezzatura, attività di effrazione, scassinamento, sabotaggio ecc.).
I nostri sensori INTREPID™ mettono a disposizione un protocollo di comunicazione grazie al quale ogni singolo metro del perimetro (per tutti i Km che lo compongono) sono riportati al sistema di videosorveglianza, permettendo di visualizzare il punto specifico di intrusione.
PIDS mette a disposizione la documentazione, i suggerimenti ed i protocolli per realizzare l’integrazione del vostro sistema TVCC, i comandi API per comandare i dispositivi di ripresa, per attivarne le funzionalità, anche con logiche di funzionamento sofisticate (gestione delle priorità delle risorse, attivazione della telecamera topologicamente più adatta, gestione degli attacchi multipli in zone geograficamente distinte del medesimo perimetro).
Per chi volesse sfruttare una integrazione già realizzata il sistema Connector II è pronto ad essere implementato su sistemi di videosorveglianza esistente, garantendo logiche di funzionamento efficace con vari dispositivi presenti sul mercato (Dahua, Hikvision ecc.).
Da anni i Sistemi perimetrali integrati PIDS proteggono giorno e notte siti ad alta sicurezza (depositi munizioni, basi militari, ambienti industriali ecc.), infrastrutture critiche (aeroporti, impianti petrolchimici, siti di trattamento e depurazione acque ecc.), residenze VIP.
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